Nestlé contro Impossible Food: l’hamburger vegano non potrà più chiamarsi “Incredible”
Nestlé dovrà trovare un nuovo nome per il suo hambuger vegano “Incredible Burger”. Infatti, secondo il Tribunale distrettuale dell’Aja, il marchio scelto dal colosso alimentare produrrebbe confusione con i segni della concorrente americana Impossible Foods.
In particolare, Nestlé aveva inizialmente lanciato il suo Incredible Burger in Europa nell’aprile 2019 con il marchio “Garden Gourmet”. Successivamente, la multinazionale si sarebbe avvicinata alla Impossible per un possibile accordo di licenza nell’estate del 2018. Tuttavia, senza giungere alla definizione delle trattative, il colosso svizzero avrebbe comunque lanciato il nuovo brand “Incredibile”. Secondo la Corte la scelta del nome sarebbe stato quinti un tentativo di frustrare l’ingresso di Impossible Foods nel mercato europeo offrendo i propri alimenti a base vegetale con un nome simile. Nestlé ha comunque anticipato che impugnerà la decisione.
La Corte di Giustizia UE sul concetto di “uso del marchio nel commercio”
Con sentenza del 30/04/2020 (causa C-772/18), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea è stata chiamata a chiarire se costituisca “uso del marchio nel commercio” quello di un soggetto che – pur non esercitando un’attività commerciale a titolo professionale – riceva, immetta in libera pratica in uno Stato membro e conservi prodotti manifestamente non destinati all’uso privato, spediti al suo indirizzo da un Paese terzo e sui quali, senza il consenso del titolare, sia apposto un marchio.
La CGUE ha concluso che “allorché un soggetto che non esercita un’attività commerciale a titolo professionale riceve, immette in libera pratica in uno Stato membro e conserva prodotti manifestamente non destinati all’uso privato, che sono stati spediti al suo indirizzo da un paese terzo e sui quali, senza il consenso del titolare, è apposto un marchio, si deve ritenere che tale soggetto usi il marchio nel commercio”.
Pirateria su Telegram: nuova decisione dell’AGCOM
Con delibera 164/20/CONS AGCOM ha disposto l’archiviazione del procedimento avviato su istanza di FIEG nei confronti di Telegram.
Da una recente attività di monitoraggio di FIEG, infatti, era emerso come su Telegram fossero attivi almeno una decina di canali, seguiti in media da circa 60.000 utenti ciascuno, dedicati alla distribuzione illecita di testate giornalistiche. La stessa piattaforma di messaggistica era intervenuta intimando ai gestori dei canali in oggetto di cessare le attività illecite. A fronte di tale intervento, ben 7 canali su 8 avevano effettivamente cessato la messa a disposizione delle opere editoriali in violazione di Intellectual Property di terzi.
Al contrario, l’attività di AGCOM si è sostanzialmente limitata a prendere atto di tale adeguamento spontaneo, in mancanza del quale la stessa Autorità non avrebbe potuto né adottare provvedimenti diretti nei confronti di Telegram.
Il tutto, poichè “in ragione della localizzazione all’estero dei server impiegati, ai sensi dell’art. 8, comma 2, del Regolamento l’Autorità non può procedere alla rimozione dei contenuti caricati illecitamente, in quanto ciò comporterebbe l’impiego di tecniche di filtraggio che la Corte di giustizia europea ha giudicato incompatibili con il diritto dell’Unione”. “Sarebbe possibile soltanto la disabilitazione dell’accesso al sito, secondo i criteri di gradualità, proporzionalità e adeguatezza che il citato art. 8, comma 2, del Regolamento ha mutuato dalle Direttive europee”. Tuttavia, nel caso di Telegram – “qualificabile come un soggetto che offre come servizio principale quello di messaggistica istantanea” – proprio tali condizioni di proporzionalità non sussisterebbero. Un eventuale intervento porterebbe infatti alla disabilitazione dell’intero servizio di messaggistica istantanea.
Anno d’oro per l’EUIPO: pubblicata la relazione annuale per il 2019
È stata pubblicata la relazione annuale 2019 dell’EUIPO (European Intellectual Property Office). Come evidenziato nel report, numerosi sono gli eventi rilevanti avvenuti in tale anno, quali:
– la celebrazione del 25° anno di attività,
– il deposito della duemilionesima domanda di marchio UE,
– lo sviluppo di un nuovo piano strategico (SP2025).
– l’accordo di cooperazione con Europol per combattere la criminalità in materia di IP,
– la grande conferenza IP Horizon 5.0,
– l’estensione di progetti finanziati dall’UE in Africa, Caraibi e Georgia,
– il maggiore ricorso a metodi di lavoro innovativi e mobili all’interno dell’Ufficio.